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“Raccontami una storia”, gli scout scoprono l’Ateneo catanese

Grazie ad un progetto finanziato dal Mibact, il gruppo Catania 7 ha visitato il Palazzo centrale, il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane e l’Archivio Storico

23 Dicembre 2019
Alfio Russo

Alla scoperta della città di Catania, della sua storia, della sua cultura e del suo prestigioso Siculorum Gymnasium fondato nel lontano 1434. Per i giovani scout del gruppo Catania 7 è stata una mattinata indimenticabile venerdì scorso immersi tra i “gioielli”, la “storia” e le “mirabilia” del più antico Ateneo siciliano, l’Università di Catania autentico cuore culturale pulsante della città dell’elefante e della Sicilia.

Una tappa dell’iniziativa “Raccontami una storia” inserita nel progetto “Le forme dell’Identità” che fa parte delle azioni di promozione e valorizzazione del territorio, previste nel più ampio programma di attività finanziato dal MiBACT a valere sulla Legge 77 del 2006 e co-finanziato dalle Regione siciliana dedicato ai tre Siti Unesco del Sud Est e che sta toccando le città che fanno parte dei tre siti Unesco. Un’iniziativa promossa in collaborazione con l’Agesci.

A far da “Cicerone” Rossella Bruno del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, Salvatore Consoli dell’Archivio centrale di Ateneo e Salvatore Nucifora del Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania che hanno guidato i giovani scout nel percorso alla “scoperta” dell’edificio storico del Palazzo centrale di piazza Università, del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane inserito nel Sistema Museale d’Ateneo e della mostra "La grande guerra e l’Università di Catania" curata dall’Archivio storico dell’ateneo catanese.

A far da cornice lo splendido albero di Natale che campeggia nel chiostro del Palazzo centrale.

I luoghi

Il Palazzo Centrale dell'Università di Catania “Siculorum Gymnasium”. L’edificio ospita il Rettorato, gli uffici dell'Amministrazione centrale di Ateneo, Il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, l’Archivio Storico dell'Università e la Biblioteca regionale "Giambattista Caruso". Il palazzo, come tutti i palazzi di Catania, fu ricostruito dopo il disastroso terremoto del 1693. Alla sua costruzione concorsero diversi architetti fra i quali Francesco e Antonino Battaglia, e Giovan Battista Vaccarini. Un ulteriore restauro avvenne dopo il terremoto del 1818.

Il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane. L’allestimento prevede, tra gli altri, percorsi didattico-educativi attraverso la storia dell'Ateneo con materiali custoditi in collezione storico-artistica, Archivio storico, Archivio ceramografico. E ancora la giurisprudenza e ricerca storica con materiali custoditi in Collezione storico-artistica, Fondo storico della Biblioteca di Scienze giuridiche. Il progresso nella ricerca medica e fisica con materiali custoditi in: Museo di Biologia e Anatomia Umana "Lorenzo Bianchi", Collezione di strumenti antichi della Fisica. Materiali pregiati custoditi in: Collezioni di Mineralogia, Petrografia e Vulcanologia, Paleontologia, Agrobiodiversità, Entomologia e Zoologia.

L’Archivio Storico dell’Università di Catania conserva e rende consultabile al pubblico la documentazione dello Studio etneo, dal XVII al XX secolo. E’ luogo istituzionale di conservazione e valorizzazione della memoria dell'Ateneo. All'Archivio Storico è attualmente visitabile la mostra intitolata “La grande guerra e l’Università di Catania”, organizzata a conclusione delle commemorazioni per il centenario della Prima guerra mondiale. In esposizione, documenti, lettere, fotografie, oggetti e cimeli che testimoniano il ruolo e la partecipazione di studenti e docenti dell'Università di Catania alla Prima guerra mondiale.

Gli incontri di “Raccontami una storia” si stanno svolgendo in luoghi privi di barriere architettoniche, secondo il principio dell’accessibilità universale che segna tutto il progetto, supportato in tutte le azioni dall’Istituto Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Istituto David Chiossone per ciechi e ipovedenti.