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Ai Benedettini presentato “Léon”, l’ultimo giallo di Carlo Lucarelli

Lo scrittore e conduttore televisivo Carlo Lucarelli ha presentato nell’aula magna del Monastero dei Benedettini il suo ultimo libro pubblicato da Einaudi 

14 Marzo 2022
Mariano Campo

A venticinque anni dal best seller “Almost Blue”, tornano le avventure dell’ispettore Grazia Negro che, suo malgrado si ritrova costretta nuovamente a dare la caccia all’Iguana, il redivivo serial killer che imperversa in una Bologna sempre più noir, dopo la sua evasione dall’ospedale psichiatrico dov’era detenuto. E torna sulla scena anche Simone, il ragazzo non vedente che nel libro del 1996 era diventato l’assistente e anche l’amante di Grazia e nel film di Alex Infascelli del 2000 era stato impersonato da un giovane Claudio Santamaria.

Sono i protagonisti di “Léon” di Carlo Lucarelli, scrittore e conduttore televisivo di seguitissime trasmissioni come Blu Notte, che venerdì scorso ha presentato il suo ultimo libro pubblicato da Einaudi per la collana Stile Libero nell’aula magna del Monastero dei Benedettini, su invito del dipartimento di Scienze umanistiche.

Introdotto dal prof. Rosario Castelli, delegato alla Comunicazione d’Ateneo, che ha evocato «il potere della letteratura che, in periodi drammatici come quello attuale, può fornirci chiavi interpretative della realtà», sottolineando  la graduale ripresa di attività culturali nelle aule universitarie dopo le restrizioni della pandemia, Lucarelli ha dialogato con il prof. Giuseppe Palazzolo, docente di Letteratura italiana contemporanea, e con il giornalista Giuseppe Lorenti (Il circolo Pickwick), che hanno fornito all’autore lo spunto per raccontare i ‘dietro le quinte’ della sua ultima opera.

«Avvertiamo una tensione narrativa molto alta – ha ‘spoilerato’ Lorenti – e, per gli appassionati del genere, anche questa storia presenta tutti gli elementi della paura».

«Io sono competente di paura – ha risposto Lucarelli, ironizzando sulla riuscita imitazione che fece di lui Fabio De Luigi in alcune trasmissioni della Gialappa’s -. È una forma di emozione molto interessante e anche uno strumento di conoscenza, se riusciamo ad affrontarla e ad aprire quelle porte socchiuse che lasciano intravedere dei misteri».

Palazzolo evidenzia invece gli elementi di ‘chiusura nella propria interiorità’ di Grazia Negro e di Simone, quasi fossero intrisi, in questa vicenda, del ‘mood’ che ha investito un po’ tutti durante il lockdown.

«Non è un libro sulla pandemia, ma certo questa non può essere un contesto neutro rispetto al modo di vivere e di raccontare, come la guerra. È un libro senza ‘mascherine’ – precisa Lucarelli -, ma la scrittura sfrutta i meccanismi delle inquietudini del momento, iniziando da una situazione felice, la nascita delle due gemelle dell’ispettore Negro, che diventa improvvisamente un incubo, dato che a causa della fuga dell’Iguana lei viene trasportata dal letto del reparto maternità in un rifugio blindato, per proteggerla dalla probabile vendetta dall’assassino. Sono partito da un mistero iniziale, e poi sono andato avanti senza scalette. Scoprendo a poco a poco io stesso cosa sarebbe accaduto nelle pagine seguenti. Ormai è questo il mio metodo, ricorrere al pretesto della paura per dipanare pian piano il filo del ‘giallo’, come nei racconti televisivi o radiofonici».

A Lucarelli viene poi chiesto quale importanza abbia la musica nei suoi romanzi e quanto attinga alla realtà per costruire i suoi personaggi. Ma è come invitarlo a tirare due calci di rigore a porta vuota.

«Molti dei miei romanzi – spiega – portano il titolo della canzone che li ha ispirati. “Almost Blue” è un brano molto conosciuto di Elvis Costello, eseguito anche da Chet Baker. Per me è apparso subito come la colonna sonora dell’anomala vita di Simone Martini, un ragazzo non vedente che scandaglia l’etere, intercetta le voci della città e la definisce nel suo immaginario. “Un giorno dopo l’altro” si ispira a una canzone di Luigi Tenco, “Léon” è un pezzo che i Melancholia hanno eseguito a X Factor, e che mi ha dato la ‘pasta’ di questo libro, ma vi ho inserito anche dei ‘vocaloid’ in giapponese, di quelli che impazzano tra gli adolescenti su Tik Tok, perché per me sono molto inquietanti».

Per quanto riguarda i personaggi, Lucarelli confessa che spesso ruba perfino la 'carta d’identità' di persone realmente esistenti.

«Grazia Negro - racconta - per me assomiglia a una ragazza pugliese che ho conosciuto anni fa, il tassista Roberto ‘Red Sox’ Mantovani e il criminologo Massimo Picozzi sono stati inseriti nei miei libri con nome e cognome con la loro approvazione, e il principale indiziato in questa storia è un tizio che gira in taxi con una mascherina nera e assomiglia espressamente a Ray Cooper, storico percussionista di Elton John… Insomma, la realtà mi regala sempre molti spunti di cui non intendo fare a meno, del resto noi siamo quelli che nominano le strade per rendere credibili i fatti, come per la rue Morgue di Edgar Allan Poe».

Un momento dell'incontro con Carlo Lucarelli

Un momento dell'incontro con Carlo Lucarelli

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