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Nuovo ciclo di seminari formativi per offrire ai giovani ricercatori strumenti efficaci per l’attività di ricerca e divenire attrattivi sul mercato del lavoro
E’ stata inaugurata giovedì 17 novembre, nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università, la quarta edizione dei “PhD Days”, un ciclo di seminari formativi organizzato dal Centro orientamento, formazione e placement dell’Ateneo dedicati ai dottorandi di ricerca e ai giovani ricercatori con l’obiettivo di offrire loro nuovi e più efficaci strumenti per gestire la propria attività di ricerca e acquisire attrattività anche nei confronti del mercato del lavoro.
Nel corso dei seminari tematici, che si terranno con cadenza mensile fino al prossimo mese di giugno, i dottorandi potranno approfondire tutti gli aspetti teorico-pratici legati alla formazione delle nuove generazioni di ricercatori: dal Training sulla comunicazione assertiva alle Digital Humanities, dalla ricerca nella grandi aziende alla diffusione della scienza tramite social media e altri ‘topics’ di stretta attualità, come i sistemi di valutazione e le tematiche legate alla proprietà intellettuale e alla brevettabilità dei risultati della ricerca e l'inserimento nel mondo del lavoro. Si affronteranno infatti tematiche “trasversali” che riguardano, per citarne alcune, la redazione di articoli scientifici, la stesura di progetti di ricerca e le modalità di partecipazione a bandi competitivi per l’ottenimento di risorse finanziarie, la divulgazione e la comunicazione efficace della ricerca, attuata anche attraverso canali non tradizionali quali ad esempio i social media, il personal branding.
“Suggerimenti per il presente, prospettive per il futuro: questo aspiriamo ad offrirvi”, ha detto il rettore Francesco Basile introducendo l’incontro, insieme con il delegato alla Didattica post-laurea Lorenzo Malatino e al presidente del Cof&p Nunzio Crimi. “I nostri dottorati fanno registrare, in tutti i settori, un’attività molto fervida e un livello culturale elevato – ha proseguito il rettore -, e di questo siamo contenti, nonostante la scarsità di risorse a disposizione. L’Università intende perciò favorire nuove opportunità, sia negli ambiti stessi della ricerca che in termini di sbocchi occupazionali, mettendovi in condizione di poter rendere al meglio attraverso strumenti efficaci, per scrivere ad esempio articoli scientifici che abbiano impatto, o perfezionare il metodo stesso di ricerca”. “I Ph.D. Days sono anche un grande momento di interazione tra i vari dottorati – ha aggiunto il prof. Malatino – e ci consentono di far capire agli allievi che c’è una continuità nel loro percorso, che riguarda anche il momento successivo al conseguimento del titolo”. Infine, il presidente del Cof&P Nunzio Crimi ha sottolineato l’importanza di garantire una formazione ad hoc su tematiche trasversali, che possono arricchire chi appartiene sia ad ambiti scientifici che umanistici ai fini dell’inserimento nei contesti lavorativi, ringraziando per la collaborazione e il coinvolgimento la sezione catanese dell’Adi, l’associazione dei dottorandi, rappresentata da una dei coordinatori Carmela Bonaccorso, e sottolineando la necessità di valorizzare, come avviene in altri Paesi, il ‘peso’ del titolo di ‘dottore di ricerca’.
A seguire, l’avv. Cristina Cascone, funzionaria del Cof&p ha tenuto il primo dei seminari, incentrato sugli strumenti di accesso al mercato del lavoro. Dopo una presentazione dei vari servizi di placement dell’Ateneo, a disposizione di studenti, laureati e dottori di ricerca, e una carrellata veloce sugli altri canali di accesso privilegiati per i dottori di ricerca, Cascone si è soffermata sul contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca. “E’ uno strumento di politica attiva del lavoro – ha spiegato - pensato nell’ottica dell’alternanza tra formazione e lavoro che virtuosamente può collocare bene i dottori di ricerca nel mercato del lavoro. Il vantaggio che ne ricavano è soprattutto quello di continuare a formarsi, per conseguire il titolo, nel momento stesso in cui però possono essere chiamati a svolgere un’attività lavorativa di ricerca all’interno di un azienda, con in mano un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, e sviluppando in tal modo competenze vicine e coerenti con il proprio percorso di studi”.
La professoressa Concetta Pirrone, docente di Psicologia della comunicazione al dipartimento di Scienze della Formazione, ha analizzato invece l’importanza delle varie forme di comunicazione, verbale e non verbale, e il ruolo delle emozioni nell’ambito dei comportamenti umani. “La comunicazione è un fattore trasversale, accomuna tutti i soggetti e anche le discipline – ha sottolineato -, l’utilità di saper comunicare in maniera efficace è legata alla possibilità di relazionarsi meglio con gli altri, adottando chiavi più idonee per leggere e decodificare i comportamenti. E ciò è tanto più importante in una società come quella odierna nella quale le abilità comunicative vanno rapidamente a scemare perché i supporti informatici, i telefonini, i social, prendono il sopravvento sulle abilità verbali. Occorre innanzitutto saper comunicare con la propria persona, con il proprio corpo e con le proprie emozioni, altrimenti rischia di andare disperso un patrimonio che l’essere umano ha conquistato con tanta fatica nei millenni”.