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All'indomani dell’approvazione delle rete ospedaliera regionale, l'Asp di Catania ha promosso un incontro sul governo dei servizi territoriali e innovazione digitale delle aziende al quale ha partecipato anche il rettore Basile
«E' necessario migliorare l'organizzazione dei servizi territoriali. Se questi non funzionano meglio rendono vana la rete ospedaliera. In questo senso le piattaforme digitali possono offrire un valido apporto. Per quanto attiene al ruolo dell’Università in questo nuovo processo, il nostro contributo si rivolge alla formazione, sollecitando un salto di qualità nel sapere e nelle prassi e facilitando i processi di innovazione». Sono le parole del rettore dell'Università di Catania Francesco Basile intervenuto al convegno “Modelli organizzativi, reti e continuità assistenziale. Le sfide per il management tra riorganizzazione dei processi e scelte di innovazione”, organizzato dall’Azienda sanitaria catanese in collaborazione con la Rete di Sanità digitale eSanit@ e il Cefpas, che si è svolto all’indomani dell’approvazione delle rete ospedaliera regionale.
«La nuova rete ospedaliera è un modello che consente di mettere insieme professionisti, strutture, esperienze e competenze per l’unico vero obiettivo che è il cittadino - ha affermato il direttore generale dell’Asp di Catania Giuseppe Giammanco -. Avremo l’opportunità di stabilizzare precari, consentire la mobilità e sbloccare concorsi. Va però ricordata la più importante delle considerazioni: la rete vive per la sicurezza dei cittadini e per gli obiettivi di salute, non per le singole realtà. Abbiamo uno strumento; abbiamo le regole e metteremo a frutto le indicazioni dell’assessore on. Gucciardi per dare più energia alla macchina, che già corre».
Erano presenti per l’occasione anche Angelo Villari, assessore al Welfare del Comune di Catania, Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’Assessorato regionale alla Salute e Giuseppe Digiacomo, presidente della VI Commissione Ars. Sono intervenuti inoltre i direttori generali delle tre Aziende ospedaliere di Catania, Paolo Cantaro (Azienda ospedaliero universiaria Policlinico-Vittorio Emanuele), Angelo Pellicanò (Azienda ospedaliera Cannizzaro) e Giorgio Santonocito (Arnas “Garibaldi”).
«Lavoriamo per valorizzare le risorse e per garantire servizi di eccellenza ai cittadini - ha detto Villari -. Il Comune di Catania sta in questo progetto, sottolineando la necessità di maggiore integrazione fra i servizi, e puntando alla continuità degli interventi socio-sanitari».
Sull’integrazione dei servizi e sulla nuova rete ospedaliera si è soffermato Tozzo: «Attendevamo da tempo l’approvazione della rete ospedaliera e siamo soddisfatti che questo sia avvenuto. Abbiamo concepito la rete come uno strumento dinamico per migliorare le capacità di risposta del servizio sanitario innanzi alle esigenze mutevoli di salute».
Per Digiacomo, con l’approvazione della rete da parte del Ministero «sarà possibile immettere nuove risorse professionali in un sistema sanitario, qual è quello regionale, che ha scalato i vertici nazionali. Dobbiamo certamente metterci a lavoro, a saldi invariati, per affinare i percorsi e organizzare i servizi in modo che si raggiungano gli obiettivi di salute programmati».
Tre le sessioni del convegno, nel corso delle quali si è discusso di innovazione, sanità digitale e telemedicina, e nuovi sviluppi metodologici e organizzativi dei servizi sanitari sul territorio. Autorevoli e prestigiosi i relatori intervenuti.
Sono intervenuti Remo Bonichi, senior consultant per la qualità delle Aziende sanitarie Agenas; Angelo Lino Del Favero direttore generale dell’Istituto superiore di Sanità e presidente di Federsanità Anci; Massimo Caruso, coordinatore nazionale di Rete di Sanità digitale eSanit@ e Angelo Lomaglio, direttore generale del Cefpas.
«La Sicilia - ha detto Bonichi - ha dato un segnale importante per il cambiamento. È stata disegnata la rete. Si è lavorato sugli Atti aziendali. È stato creato un modello di assistenza sanitaria integrata. La sfida adesso è sulla capacità del management di conseguire gli obiettivi e di lavorare, davvero, sull’integrazione dei servizi».
«Il principio universalistico del nostro sistema sanitario - ha sottolineato Del Favero - è un bene che va conservato in maniera dinamica. Devono essere colti tutti i processi innovativi, riorganizzando le reti ospedaliere, potenziando i servizi sanitari e attivando processi di partecipazione con i pazienti. Si devono, inoltre, integrare questi tre ambiti. Se seguiamo queste vie potremo conservare e migliorare il nostro sistema».
Il tema della rete, nel corso della giornata, è stato declinato anche come rete digitale. Il dibattito è stato ampio e approfondito.
«La digitalizzazione in sanità si rivolge essenzialmente a tre aspetti - ha detto Caruso -: la semplificazione dei processi, l’orientamento al bisogno dei cittadini, e soprattutto, l’offerta al management sanitario di maggiori strumenti di controllo e di governo, capaci di generare politiche di programmazione». Le piattaforme di sanità digitale e telemedicina rappresentano una formidabile leva strategica di sostegno al nuovo scenario di governo delle reti territoriali e di integrazione tra Ospedale e Territorio. In questa cornice il Cefpas si propone come luogo di progettazione e di innovazione.
«È venuto il momento - ha spiegato Lomaglio -, grazie alla partnership di soggetti prestigiosi e il lavoro in sinergia delle Aziende sanitarie, sotto il coordinamento dell’Assessorato regionale alla Salute, di comprendere che le varie applicazioni possono trovare strumenti adeguati in grado di vincere la sfida della ricerca».