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È stato assegnato al ricercatore Ruggero Menci, venerdì 14 ottobre, nella sede della Fondazione Grimaldi a Modica, il “Premio Salvatore Calabrese” alla Ricerca scientifica.
Il riconoscimento è stato conferito al dottore di ricerca del Di3A dell’Università di Catania per lo studio dal titolo “Dietary tannins in extensive farming: how the effects on cow milk and cheese change according to the season” oggetto della tesi di dottorato in Agricultural, Food and Environmental Science elaborata nell’ambito del progetto europeo Horizon 2020 “ProYoungStock: Promoting young stock and cow health and welfare by natural feeding systems”, finanziato da Core Organic.
Nella motivazione si legge che il premio è stato assegnato “per il metodo, merito e ricaduta positiva del lavoro della ricerca in esame sul contesto territoriale di riferimento (area Iblea)”.
Lo studio è stato realizzato grazie alla borsa di dottorato finanziata dal Pon Ricerca e Innovazione 2014-2020 “Dottorati Innovativi con caratterizzazione Industriale” che ha permesso al ricercatore di conseguire il prestigioso titolo di “Doctor Europaeus”, una certificazione aggiuntiva al titolo di dottore di ricerca che viene rilasciata quando i lavori finali di dottorato presentati rispettano i quattro parametri fissati dall’European University Association.
La ricerca si basa sul fatto che l’utilizzo dei tannini, polifenoli presenti in molte specie vegetali, nella dieta dei bovini contribuisce a migliorare il latte, ma i risultati cambiano a seconda della stagione. L’allevamento estensivo, quindi, è caratterizzato dalla variazione stagionale della dieta degli animali: la qualità e la disponibilità del pascolo, principale fonte di nutrimento, dipendono strettamente dal clima.
In foto da sinistra Ruggero Menci, Francesco Priolo e Luigi Calabrese
Nel corso della cerimonia - aperta dal presidente della Fondazione Grimaldi, Salvatore Campanella, e dal presidente della Fondazione Salvatore Calabrese, Luigi Calabrese - è intervenuto il rettore Francesco Priolo dell'Università di Catania.
"Sono felice che a ricevere questo premio sia un nostro ricercatore perchè il merito va premiato soprattutto se si tratta di ricerche realizzate dai giovani - ha detto il rettore Francesco Priolo -. Questo studio dimostra ampiamente di meritare il premio perchè coniuga l’ambiente e l’innovazione con il territorio. Ed è proprio su questo territorio che l’Università di Catania sta investendo molto nel campo della formazione e della ricerca".
"Proprio stamattina abbiamo inaugurato a Ragusa il nuovo corso di laurea in Management delle imprese per l’economia sostenibile afferente al Dipartimento di Economia e Impresa. Un corso che amplia l’offerta formativa della Struttura didattica speciale di Ragusa che comprende anche il corso di laurea triennale in “Mediazione linguistica e interculturale” e biennale in “Scienze linguistiche per l’intercultura e la formazione” oltre al Master sulla Lingua dei Segni Italiana" ha aggiunto ricordando anche l'importanza della presenza sul territorio del Corfilac, ente di ricerca sostenuto sempre dall'ateneo.
E sulla ricerca il rettore ha evidenziato "l'impegno dell'Università di Catania nel Ragusano, in piena sinergia con enti e imprese, è impegnato anche nel campo dell’innovazione e della ricerca con risultati importanti". "A breve con fondi del Pnrr per il Sud sarà avviato il progetto “Greentech Mediterranean Innovation Hub” sul green e agri-tech che prevede un finanziamento di 10,5 milioni di euro. Un progetto quindi che guarda proprio ai settori principali dell’economia ragusana con Ragusa che si appresta a diventare uno dei più importanti poli d’Italia per il trasferimento tecnologico in ambito green ed agri-tech" ha concluso ricordando, infine, la figura di Giovan Pietro Grimaldi, fisico e rettore dell'ateneo catanese oltre 100 anni fa.
Un momento dell'intervento del rettore Francesco Priolo
A seguire, dopo l'intervento del prof. Alessandro Priolo (coordinatore del dottorato in Agricultural, Food and Environmental Science), le relazioni di Giuseppe Licitra (presidente del Corfilac), Margherita Caccamo (Corfilac) e dei docenti dell'ateneo catanese Salvatore Bordonaro e Giuseppe Luciano oltre che del premiato Ruggero Menci.
"La razza di bovina modicana rischia di scomparire per cui è necessario qualificare e valorizzare la biodiversità dei loro prodotti lattiero-caseari anche se questi presentano difficoltà non indifferenti, a causa della globalizzazione e dei competitors, ad essere presenti sul mercato nazionale e internazionale" ha spiegato il prof. Giuseppe Licitra sottolineando che "il Corfilac sta realizzando una ricerca sul processo decisionale di acquisto che, nel 95 per cento dei casi, avviene a livello inconscio, prettamente emozionale".
Il prof. Salvatore Bordonaro, invece, ha evidenziato che "le razze autoctone rappresentano un serbatoio fondamentale di biodiversità, un vero e proprio scrigno di informazioni che va tutelato, basti pensare che in Sicilia vi sono 6mila capi di bovina modicana di cui la metà nel Palermitano". "Alla luce della crisi energetica occorre analizzare ancor di più l'importanza e il valore delle razze autoctone in quanto hanno elevate capacità di produrre a basso costo".
In chiusura sono intervenuti Giorgio Blandino (presidente dell'Ordine dei Medici veterinari di Ragusa), Giuseppe Lavima (presidente del Consorzio universitario ibleo) e Enzo Cavallo (presidente Diprosilac).
Foto di gruppo
Alfio Russo