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La tutela dei pantani Gelsari e Lentini. È il tema che è stato al centro, nei giorni scorsi, del secondo incontro del ciclo “Un tè al Museo di Zoologia - Pomeriggi di racconti e di divulgazione scientifica e ambientale al Museo di Zoologia e Casa delle Farfalle”.
Introdotto dal dott. Fabio Viglianisi, l’incontro ha registrato in apertura l’intervento del prof. Giorgio Sabella dell’Università di Catania che ha ricordato come «il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali un decennio fa è stato tra i promotori di un incontro finalizzato alla tutela dei pantani Gelsari e Lentini proponendo l’istituzione di una ZPS». A quell’incontro, che aveva visto anche la partecipazione della scrittrice Dacia Maraini, avevano preso parte anche l’ing. Roberto De Pietro e il prof. Carmelo Ferlito dell'ateneo catanese oltre ai docenti Carmelo Monaco, Giorgio Sabella e Pietro Alicata che da anni studiano la zona umida e ne promuovono la tutela.
Roberto De Pietro ha evidenziato che «i pantani erano noti a studiosi e viaggiatori del passato e furono particolarmente cari all’imperatore Federico II di Svevia che ne era attratto dai silenzi e dall’incredibile moltitudine di uccelli». «Oggi rappresentano una zona umida dalle straordinarie potenzialità se solo cessasse l’esercizio di interventi anacronistici e antieconomici» ha aggiunto riferendosi a progetti che potrebbero deturpare i pantani.
Il prof. Carmelo Ferlito, invece, si è soffermato «sull’interesse geologico di questa zona, la cui caratteristica di essere a un livello prossimo o inferiore a quello del mare ne condiziona anche il suo interesse naturalistico». Il docente, inoltre, ha ripercorso la storia recente di quest’area e di come si sia giunti al riconoscimento di Zona di Protezione Speciale soffermandosi, poi, sugli interventi in corso di esecuzione e di quelli previsti che potrebbero causare danni irreversibili all’area.
Nel corso dei lavori è intervenuto anche l’ornitologo Renzo Ientile che ha evidenziato «l’enorme importanza di quest’area per la conservazione dell’avifauna e della biodiversità».
In chiusura i docenti Giorgio Sabella e Fabio Viglianisi hanno concluso l’incontro ribadendo «l’impegno del dipartimento a individuare strategie per la conservazione di quest’area, fiduciosi che in futuro non si potrà continuare a ignorarla».