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Diritto Internazionale del Mare, i 40 anni della convenzione di Montego Bay

20 Gennaio 2022

«La Convenzione delle Nazioni Unite, aperta alla firma nel 1982 a Montego Bay in Giamaica, ha rappresentato la soluzione di una annosa contrapposizione tra gli Stati grazie all’istituzione della Zona Economica Esclusiva».

Con queste parole il prof. Giuseppe Cataldi, ordinario di Diritto internazionale all’Università di Napoli L’Orientale, uno dei più noti cultori in Europa del diritto marittimo, ha aperto i lavori del webinar sul “Diritto del mare a quarant’anni dalla Convenzione delle Nazioni Unite”.

Un webinar organizzato nel quadro del corso di Diritto Internazionale del Mare del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania.

Il docente, presidente della Association Internationale du Droit de la Mer (la società scientifica che raccoglie i cultori del diritto internazionale marittimo da ogni parte del mondo), si è soffermato anche su alcuni profili della Convenzione delle Nazioni Unite evidenziando gli sviluppi più interessanti del trattato nei suoi primi 40 anni.

«La Convenzione del 1982 è stata la soluzione per la contrapposizione tra gli Stati dotati di imponenti flotte militari o mercantili, e dunque interessati alla massima garanzia della libertà di navigazione, e gli altri Stati più inclini a estendere i propri diritti sovrani al largo delle proprie coste, per garantirsi vantaggi nello sfruttamento delle molteplici risorse marittime» ha spiegato il prof. Cataldi dopo i saluti dei docenti dell’ateneo catanese Salvatore Zappalà, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e Rosario Sapienza di Diritto internazionale del mare.

«La soluzione è stata trovata nell’istituto della Zona Economica Esclusiva, vero fiore all’occhiello del sistema della Convenzione, un’area marittima che si estende fino a 200 miglia marine dalla costa e che consente agli Stati costieri lo sfruttamento in via quasi esclusiva delle risorse marittime, senza consentire però di imporre limitazioni alla navigazione – ha aggiunto il prof. Cataldi -. Questo istituto giuridico si è però rivelato di difficile applicazione in quegli spazi marini, come il Mediterraneo, nei quali la ridotta distanza tra le coste degli Stati che si fronteggiamo genera problemi derivanti dalla sovrapposizione delle zone rivendicate dai singoli Stati. La gestione sostenibile delle risorse marittime rappresenta oggi una delle sfide più complesse e attuali che nei prossimi anni la comunità internazionale si troverà ad affrontare».

«In Italia solo nel 2021 è stata istituita una propria Zona Economica Esclusiva – ha spiegato il prof. Rosario Sapienza -. Ad oggi sono numerose le questioni e le controversie ancora aperte che interessano anche l’Italia».