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Integrazione dei migranti e aggiornamento professionale degli educatori

A Scienze della Formazione presentata la piattaforma digitale europea Epale
20 Novembre 2015

L’integrazione dei migranti passa anche, forse soprattutto, dalla risposta che la nostra società può dare ai loro bisogni culturali ed educativi: mutevoli, sempre crescenti e distinti, a seconda della loro condizione nel Paese di provenienza. Insegnanti, operatori e formatori hanno quindi necessità di un aggiornamento professionale costante e di qualità. Nasce proprio per dare una risposta concreta a queste problematiche la nuova piattaforma Epale (Electronic Platform for Adult Learning Education), finanziata dall’Ue e gestita dall’Istituto nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa (Indire) all'interno dell'Agenzia Erasmus Plus e presentata questa mattina nell’aula magna del dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania nel corso del convegno “Migranti: riflessioni sui nuovi bisogni formativi degli educatori”, promosso su impulso della docente Roberta Piazza.

“Il nostro Ateneo – ha confermato il prorettore Alessandra Gentile – è particolarmente impegnato sulle tematiche inerenti l’aggiornamento professionale dei docenti, soprattutto in un ambito così delicato come quello della formazione dei migranti. Per questo, sentiamo la responsabilità di aiutare chi si trova in questa situazione, attraverso tutto ciò che ci consente di trasformare una semplice coabitazione in vera integrazione”. “Il nostro dipartimento è sempre stato attento alle tematiche sociali – ha aggiunto il direttore Santo Di Nuovo -. Formare un individuo è un’operazione assai più complessa se riguarda persone provenienti da contesti culturali completamente differenti dal nostro, poiché prima va trovato il giusto modo di approcciarsi al “diverso”.

“Epale – ha spiegato la rappresentante dell’Indire, Daniela Ermini – è una piattaforma on line che abbraccia il settore dell’apprendimento formale - del quale si occupano i centri specializzati come scuole, università, enti di formazione, Centri provinciali per l’istruzione degli adulti - e informale, realizzato, ad esempio nelle Ong attraverso il metodo dell'imparare facendo (learning by doing)”. “In futuro – ha continuato la dott.ssa Ermini - l’educazione degli adulti si occuperà sempre di più di migranti e cittadini stranieri provenienti da paesi diversi del mondo. Grazie ad Epale si creerà, infatti, una comunità virtuale nella quale gli operatori della formazione potranno confrontarsi su come agire per favorire l’integrazione, anche condividendo le loro esperienze”.

Al seminario sono intervenute 140 persone tra formatori, operatori sociali, esperti nazionali e professori universitari docenti di Cpia, per confrontarsi in particolare sui temi introdotti attraverso le esperienze di associazioni e enti locali: l’uso delle tecnologie nel lavoro degli operatori, il riconoscimento delle competenze e la formazione delle donne immigrate, l’alfabetizzazione linguistica, l’aggiornamento delle figure professionali che lavorano con gli immigrati. 

Giuseppe Melchiorri
Ufficio comunicazione e stampa
Unict