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Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
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“Ma come dirvi le ore di abbandono felice che ho avuto con mio padre in giro per vicoli, come dirvi il sapore delle patate calde che la donna tirava fuori da sotto la coperta, con cautela, il sapore delle crispelle a mezzanotte dopo il cinema? – il sapore aspro dell’orgoglio di inghiottire le cozze crude col limone come un vecchio marinaio, o di mangiare all’osteria vicino a lui, circondata da marinai veri, solo uova sode ed olive nere?”. Questo frammento di ‘movida’ catanese d’antan, tratto dall’opera di esordio “Lettera aperta” (1967), è una delle possibili mappe emotive di Goliarda Sapienza, scrittrice e attrice etnea dalla vita avventurosa scomparsa nel 1996, scoperta dal grande pubblico grazie al libro “L’arte della gioia”, pubblicato postumo nel 1998: “Un libro così - precisò Domenico Scarpa nella Postfazione al capolavoro di Sapienza, vero e proprio manifesto letterario ed esistenziale - non si scrive per correggere la propria vita, quanto per allargarla».
Tra le sue opere anche Il filo di mezzogiorno (1969), L'università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987), Io, Jean Gabin (2010), Appuntamento a Positano (2015) e una selezione di pensieri tratti dai ‘taccuini’ della scrittrice, raccolti nei volumi Il vizio di parlare a me stessa (2011) e La mia parte di gioia (2013). «Il tempo lavorerà a favore dei libri di Goliarda Sapienza. E questo non è un augurio: è una convinzione», scrisse il critico letterario Cesare Garboli.
E della sua intensa e variegata produzione si parlerà venerdì 25 marzo, alle 17,30, nel corso di un incontro che si terrà nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini promosso dal dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania e dalla rivista Arabeschi, in occasione della seconda edizione del Festival Donne di Sicilia, curato da Marinella Fiume e Fulvia Toscano e dedicato quest’anno alle “Donne di carta”. L’iniziativa è promossa anche da NaxosLegge e dalla Regione Siciliana con il patrocinio del Consiglio dei Ministri, ed è inserita all’interno delle attività di disseminazione del progetto Ophelia (Disum Unict).
A tracciare un ‘atlante delle emozioni’ di Goliarda sarà la professoressa Maria Rizzarelli, docente di Critica letteraria e Letterature comparate, autrice del saggio “Goliarda Sapienza. Gli spazi della libertà, il tempo della gioia”, Roma, Carocci, 2018; mentre i dottorandi del dipartimento Alice Billò, Giorgia Coco e Marco Sciotto leggeranno alcune pagine tratte da “Io, Jean Gabin” e da “Lettera aperta”, autobiografia ‘senza sconti’ pubblicata da Garzanti nel 1967 con l’editing di Enzo Siciliano, nella quale ricostruisce la sua infanzia non convenzionale: “Non si chiede scusa – ammonisce l’autrice, regalando numerose riflessioni sul femminile e le sue ombre -, chiedere scusa è il sistema che usano le donnette per rifare i loro sporchi peccatucci. Sei un individuo, e sei responsabile delle tue azioni. Non chiedere scusa ma cerca di riparare”. Ma tra le righe è possibile cogliere anche momenti epocali della trasformazione della Catania – non ancora ‘raggiante’ - del dopoguerra: “Molti vicoli sono stati distrutti e al loro posto grandi palazzi stanno nascendo, ma via Pistone, via dei Tipografi, via Buda con le sue donne mezze-affacciate fra la porta e la strada e gli sguardi sospettosi d’allora, il cinema Mirone, il bar Scalia e quel gradino, sono ancora lì”.
Per partecipare all’incontro in presenza, è necessario esibire il Green Pass rafforzato e indossare dispositivi di protezione FFP2. L’evento sarà inoltre trasmesso in streaming sulla pagina Facebook e sull’account Youtube della Rivista Arabeschi grazie alla regia tecnica della dottoranda Disum Giovanna Santaera.