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Dies Gregoriani. Dal 5 al 7 novembre al Palazzo della Cultura di Catania

2 Novembre 2021

L’Associazione Sicilia Gregoriana, l’Università di Catania, l’ Arcidiocesi di Catania, in collaborazione con l’Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano organizzano  dal 5 al 7 novembre, al  Palazzo della Cultura di Catania, Dies Gregoriani, tre giornate di studio alla ricerca dell’individuazione di nuove modalità e nuovi linguaggi per introdurre alla conoscenza del  canto gregoriano. Partecipano studiosi e relatori provenienti dalle maggiori università europee e degli Stati Uniti.

I lavori inizieranno venerdì 5 novembre, alle 15, con una tavola rotonda sul tema “Catania crocevia di fedi e di culture” – Il Canto sacro come elemento di dialogo. 

Interverranno il sindaco di Catania Salvo Pogliese, l'assessore comunale alla Cultura Barbara Mirabella, il rettore Francesco Priolo dell'Università di Catania, il presidente Sicilia Gregoriana Mariella Milone, il presidente di Aisc Gre Italia Giovanni Conti.

A seguire Carmelo Raspa della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia - Palermo e Studio Teologico S. Paolo – Catania, Abdelhafid Kheit, Imam Moschea di Catania e Presidente Comunità islamica in Sicilia e Giuseppe Sanfratello del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania.

Sabato 6 novembre alle 9 avrà luogo il convegno "Tradizione e nuovi linguaggi. Come parlare di Canto Gregoriano a chi il Canto Gregoriano non lo conosce". A seguire, alle 18.30, nella Chiesa della Badia di Sant’Agata (via Vittorio Emanuele II), celebrazione solenne dei Vespri votivi in onore di San Giuseppe e, alle 20, al Monastero di San Benedetto (via Crociferi), concerto delle Scholæ gregoriane partecipanti.

Domenica 7 novembre alle 11, a chiusura delle giornate di studio, nella Basilica della Cattedrale si svolge la Solenne Celebrazione eucaristica nella XXXII domenica del Tempus ordinarium, presieduta da Mons. Salvatore Gristina,  Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Catania.

Il tema scelto per ripartire dopo il blocco pandemico va a toccare un nervo scoperto nella missione dello studioso, del ricercatore, del docente, del divulgatore e persino del semplice appassionato. Un tema caro al Consiglio Direttivo dell'Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano che, insieme a Sicilia Gregoriana ed al Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania vuole, per l'occasione, coinvolgere addetti ai lavori e non, nel portare la propria esperienza a tutti i livelli. Con secoli di storia che affiorano da ogni suo scorcio e il calore dell'ospitalità che le è proprio, Catania si apre a un'iniziativa che è destinata a raccogliere un'ampia gamma di contributi, che senz'altro concorreranno a future iniziative di natura didattica, concertistica, divulgativa o di altro genere.

Il Canto Gregoriano, a prescindere dal suo innegabile valore intrinseco di veicolo del Sacro, è percepito al primo impatto quale fenomeno musicale e, in quanto tale, arte essenzialmente impalpabile, i cui esiti appaiono come realtà in movimento, difficilmente comprensibile unitariamente, se non dopo un articolato percorso di conoscenza. Il Canto Gregoriano si fonda su un linguaggio che, seppur profondamente calato nella musica, non si basa principalmente su di essa; il che, nell'atto comunicativo, lo vede privo delle potenzialità referenziali accessibili ai più, come potrebbero essere i paralleli con la letteratura e le arti visive e figurative. Si celano in questo aspetto le insidie della divulgazione, penalizzando fortemente il Canto gregoriano che, invece, oggi ancor più di ieri, necessità di essere sostenuto con la descrizione, il commento, l'interpretazione critica e consapevole delle conquiste musicologiche. Come tradurre, quindi, il Canto Gregoriano a parole senza incorrere in banalità? Come spiegare l'opera d'arte in esso racchiusa? La quaestio non è cosa da poco e chiama in causa diverse realtà: la storia del Cristianesimo, i testi biblici, la storia del rito cristiano, il mondo monastico, la teologia, l'estetica, la teoria della critica, la filosofia della musica, i metodi dell’analisi. Non ultimo i temi della comunicazione e dell'aggregazione: il Canto Gregoriano è testo trasfigurato che si proietta verso l'esterno per raggiungere i nuclei della sensibilità interiore; di conseguenza si trasforma in un'esperienza interna, per chi lo pratica e ne conosce la missione, inserita in un percorso che vede nell'esecuzione collettiva l'unità propositiva e partecipe del gruppo.