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L’Università di Catania presente al CARA di Mineo
Il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del rifugiato. Voluta dall’Onu nel 1951, nello stesso giorno in cui l’Assemblea Generale approvò la Convenzione di Ginevra, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su una condizione che oggi coinvolge ben 70 milioni di persone nel mondo. Il numero più alto dall’approvazione della Convenzione.
La Giornata è stata celebrata quest’annoanche nel Centro di Accoglienza di Mineo che conta circa 2.400 ospiti (soprattutto nigeriani, gambiani e maliani) e fra questi sono circa 150 i minori stranieri, insieme con le loro famiglie.
In rappresentanza dell’Ateneo di Catania, il prof. Carlo Colloca, docente di Sociologia urbana nel dipartimento di Scienze politiche e sociali, ha ringraziato per l’invito il prof. Giuseppe Caruso e l’ing. Giuseppe Di Natale, rispettivamente presidente e direttore del Nuovo CARA Mineo, ricordando l’impegno della comunità accademica catanese nella didattica, nella ricerca e nella terza missione con riferimento alla trasformazione in senso multietnico e multiculturale della società contemporanea e di quella locale, in particolare.
Il prof. Colloca - alla presenza, tra gli altri, della vicedirettrice del Cara, Denise Zaksongo - ha sottolineato il contributo che l’Università dà per la formazione di professionisti dell’accoglienza, affinché questa sia “declinata in modo responsabile e sostenibile – ha precisato – ovvero capace di conciliare le esigenze e i bisogni dei migranti con le caratteristiche socioculturali ed economiche dei territori che accolgono. Soltanto così è possibile contenere i conflitti sociali e le derive xenofobe, nonché contrastare l’interesse della criminalità ad investire nell’accoglienza”. Il sociologo ha concluso il suo intervento evidenziando la necessità di “non confondere le persone, qualunque sia la loro nazionalità, con una merce che si può usare per scopi politici” e ha rivolto un pensiero ai migranti ancora in cammino e a quanti non ce l’hanno fatta.
La mattinata ha registrato, tra gli altri, l’intervento di Cristina Cipollini, coordinatrice Unhcr per la Sicilia orientale, che si è soffermata sulle violenze alle quali sono sottoposti i migranti durante il viaggio verso l’Europa. Luigi Corsaro, presidente regionale della Croce Rossa Italiana, ha rivolto la sua attenzione ai tanti minori stranieri non accompagnati dei quali si perdono le tracce. Il regista catanese Alfredo Lo Piero ha raccontato, in anteprima, il suo ultimo film, Gideon. Fuggire per sopravvivere, combattere per vivere alla presenza dell’attore protagonista, più volte venduto come schiavo prima di arrivare in Italia ed essere oggi felicemente sposato a Catania. Infine, i rappresentanti delle diverse nazionalità ospitate dal Centro hanno manifestato la loro gratitudine per i servizi che ricevono quotidianamente, non senza sottolineare la precarietà della loro condizione. Presente anche la dott.ssa Lalla Asma Alaoui, mediatrice culturale.
La mattinata si è conclusa con la visita ad una mostra fotografica allestita nel CARA per raccontare la vita all’interno del Centro.