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La Scuola Superiore di Catania celebra i suoi primi vent’anni

Amato: “Merito e residenzialità siano la ‘bussola’ della formazione di eccellenza’

31 Maggio 2018
Mariano Campo (foto di Alfio Russo)

“Mai barare sulla qualità: mantenere il rigore nelle selezioni, e rimuovere ogni tipo di ostacolo affinché sia sempre il merito, e non la provenienza sociale, ad assicurare ai giovani l’accesso ai percorsi formativi di eccellenza”. Questa la ‘bussola’ consegnata dal prof. Giuliano Amato, già presidente del Consiglio e attuale giudice della Corte costituzionale, ai vertici dell’Ateneo e della Scuola superiore di Catania, riuniti oggi nell’aula magna del Palazzo centrale per celebrare i primi vent’anni di attività del centro di alta formazione dell’Università etnea.

Fondata il 21 luglio del 1998 sul modello della Scuola Normale di Pisa, nel corso degli anni ha ospitato generazioni di studenti universitari, non soltanto siciliani, desiderosi di condividere un percorso formativo arricchito da corsi interdisciplinari, attività seminariali e contraddistinto dall’avvio precoce alla ‘missione’ della ricerca scientifica. “Io sono un cultore della materia – ha sorriso il presidente Amato, ospite d’onore della cerimonia – avendo studiato al collegio giuridico annesso alla Normale, che poi sarebbe diventato la Scuola superiore Sant’Anna, e posso testimoniare che questo modello di accademie hanno una capacità formativa formidabile: in primo luogo per la residenzialità che ne contraddistingue i percorsi, e poi per l’interdisciplinarità e l’apertura di vedute, che scaturisce anche dalla stessa convivenza tra gli allievi”.

“Sin dall’inizio – ha sottolineato il presidente Francesco Priolo – la Ssc ha adottato un modello incentrato proprio sulla residenzialità, sul merito e la valorizzazione dei talenti, sull’avvio precoce alla ricerca interdisciplinare, mantenendo sempre, grazie all’apporto di istituzioni e aziende, un forte legame con il territorio. E i nostri allievi eccellenti, in qualunque parte del mondo oggi essi si trovino, conservano uno strettissimo rapporto con la Scuola, grazie al quale Catania e la sua università non sono più periferia, ma il nodo centrale di un network internazionale di altissimo livello”.

“Molti ex studenti – ha aggiunto il rettore Francesco Basile, citando e ringraziando tutti i presidenti che si sono succeduti alla guida della Scuola - ricoprono ruoli importanti in aziende e istituzioni culturali, soprattutto all’estero. Da una parte questo è motivo di grande soddisfazione, dall’altro costituisce per noi lo stimolo a fare il massimo per individuare in Sicilia dei percorsi di inserimento lavorativo per i nostri giovani migliori. La mostra che ospitiamo al Palazzo centrale è quindi la celebrazione di un traguardo temporale importante, ma anche il richiamo all’impegno di mantenere questa struttura su livelli elevati”.

Sono state infatti numerose le storie di successo degli ex allievi della Scuola, divenuti poi, nelle rispettive sedi di ricerca o di lavoro, ambasciatori di un modello di formazione meritocratica che si è rivelato senza dubbio vincente. La Scuola Superiore, in questi anni, ha rappresentato inoltre un punto di riferimento culturale per la città di Catania, grazie alle molte attività che hanno visto protagonisti personaggi del panorama culturale e scientifico del calibro di Piero Angela ed Elena Cattaneo, l’astronauta Luca Parmitano e numerosi artisti di livello internazionale. “La Scuola Superiore – ha ricordato il sindaco Enzo Bianco – nasce alla fine degli anni ’90 grazie all’intuizione di alcuni degli esponenti del progetto Athena, ed è poi stata trasformata in realtà dall’allora rettore Enrico Rizzarelli, potendo contare sul supporto di un consorzio del quale anche il Comune di Catania faceva parte. Oggi possiamo dire che la città di Catania è orgogliosa della Scuola, e ad essa auguro altri importanti successi”.

Infine, la prof.ssa Lina Scalisi, coordinatrice della classe delle Scienze umanistiche e sociali della Scuola ha illustrato i contenuti della mostra di cui è curatrice, insieme con il professor Gianni Latino e alcuni allievi. “Presentiamo un progetto di recupero della memoria – ha spiegato – che si articola in maniera diacronica, presentando in questo luogo baricentrico e monumentale della città i volti e le testimonianze di chi, ai diversi livelli, ha fatto la storia di questa istituzione e di chi oggi ne è protagonista. Ma la mostra intende essere anche il ‘manifesto’ di una sfida lanciata dall’Ateneo nel 1998 e vinta, soprattutto dai giovani che hanno saputo raccoglierla, e l’occasione per rilanciare le sfide future”.

La mostra rimarrà aperta al pubblico nel chiostro del Palazzo centrale dell’Università e sarà liberamente visitabile fino al 15 giugno (dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20; a seguire, sarà allestita nella sede della Ssc a Villa San Saverio, in via Valdisavoia 9)