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Ripensare lo spazio urbano a partire dalle “Città invisibili” di Calvino

Siracusa, la Sds di Architettura organizza un ciclo di eventi a 50 anni dalla pubblicazione del libro che ha ispirato generazioni di architetti, urbanisti, letterati e sociologi

24 Febbraio 2022
Mariano Campo

«Penso d’aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città. Forse stiamo avvicinandoci a un momento di crisi della vita urbana, e Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili». Italo Calvino presentava così, mezzo secolo fa, il suo ultimo libro, pubblicato da Einaudi nel novembre del 1972. Un ‘romanzo’ anomalo, il racconto di cinquantacinque città suddiviso in nove capitoli, nell’immaginario resoconto che l’esploratore Marco Polo ne fa all’imperatore dei Tartari Kublai Khan, curioso di conoscere quanto avviene nel territorio del suo immenso impero dalle parole del veneziano.

A cinquant’anni dalla pubblicazione, la Struttura didattica speciale di Architettura dell’Università di Catania dedica al capolavoro di Calvino un ciclo di tre incontri, intitolato “Dialoghi attorno a Le città invisibili”, nel corso del quale architetti, artisti, filosofi, letterati e urbanisti, tornano a riflettere, insieme agli studenti di Architettura sui temi contenuti nel libro, e una mostra nella propria sede di Caserma Abela, a Siracusa.

«Il romanzo – spiega il prof. Carmelo Nigrelli, ordinario di Pianificazione urbana e regionale e presidente della Sds di Architettura -  costituisce oggi, come allora, uno strumento poderoso di comprensione delle città. I singoli racconti hanno una valenza descrittiva, seppur immaginifica, che si può attagliare a una città in generale come a tutte le realtà particolari, a Siracusa, come a Catania o a Parigi. Ma oggi la pandemia ci ha costretti a rivedere il rapporto con i luoghi dell’abitare e del vivere, il lockdown ha fatto emergere una crisi della città ancora più grave di quella registrata da Calvino, più accentuata nelle grandi realtà che nelle piccole, che conservano tutto sommato ancora una dimensione di prossimità e di vicinato che per molti è stata fondamentale in questa drammatica occasione».

«Ecco perché – prosegue il prof. Nigrelli – rileggere questo libro con un’altra ottica può aiutarci a trovare soluzioni alla crisi delle città. Ed è proprio questo l’intento che ci prefiggiamo con il ciclo di incontri che prenderanno il via il prossimo 10 marzo alle 18 nella sala mostre della Sds di via Federico di Svevia. Cominceremo con il confronto ‘ad alta voce’, sotto forma di reading, tra un letterato di spicco, il prof. Roberto Dainotto, della Duke University, e il nostro docente di composizione architettonica Fabrizio Foti, con la partecipazione dell’associazione studentesca Sos Unict».

Il secondo appuntamento, previsto per il 28 marzo, ospiterà i docenti Alberto Ferlenga, già rettore dell’Istituto universitario di Architettura di Venezia, e Mario Barenghi, ordinario di Letteratura italiana all’Università di Milano Bicocca e tra i più importanti studiosi di Calvino, che furono tra i curatori della mostra alla Triennale di Milano che si tenne nel 2002 in occasione del trentennale della pubblicazione del libro. Infine, il terzo dialogo si terrà l’8 aprile, tra l’urbanista Alessandra Casu dell’Università di Sassari e Marco Didimo Marino, giovanissimo critico letterario e editor de ilSaggiatore. I tre appuntamenti – trasmessi anche sul canale youtube della Sds di Architetura - saranno introdotti rispettivamente dai professori Carmelo Nigrelli, Bruno Messina e Paola Barbera.

«In questo nostro tentativo di riflettere nuovamente sul rapporto con lo spazio urbano – aggiunge il prof. Nigrelli -, coinvolgeremo direttamente i nostri studenti, ai quali consegneremo dei cahiers de notes, sui quali potranno disegnare le città di Calvino, così come loro le immaginano. Al termine del ciclo, i loro schizzi saranno esposti nell’ambito della mostra “Disegnare Le Città Invisibili” che si terrà dal 21 aprile fino al 21 maggio nello spazio del Co.Cafè della Sds di Architettura, insieme con le opere degli artisti Claudio Patanè e Sofia Franciosini».

Caserma Abela sede della Struttura didattica speciale di Architettura

Caserma Abela, sede della Struttura didattica speciale di Architettura